Dark Ages

2013

Ai piedi delle mura di un castello è da poco finito un violento assedio, i morti giacciono ancora a terra. Un cavaliere gravemente ferito si desta e, non senza difficoltà, cerca di allontanarsi dal campo di battaglia. Si trova però a dover fronteggiare alcuni sciacalli e razziatori in cerca di oggetti tra i cadaveri. Il cavaliere, messo all’angolo e in inferiorità numerica, viene aiutato da un umile arciere che si scopre appartenere all’esercito nemico.
Dark Ages è un cortometraggio low budget, scritto e diretto da me, realizzato come progetto per la mia tesi di laurea Fiction e storia: Immagini dal Medioevo presso la NABA di Milano. La tesi esplora il cinema storico da una prospettiva tematica, narrativa ed estetica.
“La ruota della Fortuna, questo simbolo così caro all‟Occidente medioevale, gira anche per le epoche, e perfino per le civiltà. L‟idealizzazione del ricordo trasforma addirittura il passato collettivo. […] Poi spesso l‟idealizzazione lascia il posto alla denigrazione e all‟oblio. In seguito la scoperta di nuovi documenti, i nuovi punti di vista, il cambiare della moda modificano ancora l’immagine del passato, fanno girare la ruota. Le leggende auree e le leggende oscure si susseguono” scrive Jacques Le Goff.
Credo che il Medioevo sia affascinante proprio per questa compresenza di “leggende auree” e di “leggende oscure” e che il cinema, attraverso le voci dei diversi autori, abbia dato corpo, rendendole visibili, sia alle une che alle altre. Penso che una delle facoltà concesse al cinema storico sia proprio quella di poter resuscitare il passato, anzi ogni epoca, ogni regista ha potuto ricreare a suo modo quel passato che inesorabilmente sfugge lasciando solo labili tracce. Bisogna ammettere che l’immagine che noi tutti abbiamo di epoche lontane dipende in gran parte dalle nostre esperienze di spettatori.
Mi ha mosso il desiderio di mostrare un’immagine non idealizzata del Medioevo, in cui una visione stereotipata ed eroica dell’uomo e del guerriero occultasse la fatica, il dolore, la paura.
Nei gesti lenti e faticosi, nel lungo peregrinare del mio cavaliere ferito in mezzo ai cadaveri e alla devastazione, alla ricerca di un’incerta, problematica salvezza, ho voluto racchiudere l’idea di una guerra non fatta di duelli spettacolari e di gloriose gesta, ma segnata dalla sofferenza e dalla morte. Mentre il gesto minimale, attraverso cui i due nemici riconoscono l’uno all’altro la dignità di uomo, rappresenta un barlume di speranza, non la ricerca di un impossibile happy end ma un lampo di umanità sullo sfondo di quella guerra che, allora come oggi, di ogni umanità rappresenta proprio la radicale negazione.

Film

Trailer

Backstage

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